Jungenheim Mattini
Briga, 2010 - 2017
La proposta risulta dalla lettura della situazione attuale in relazione alle sue origini e alle sue potenzialità. La stessa è ora caratterizzata principalmente dal rapporto spaziale e funzionale del Castello Mattini e dell’adiacente stalla, dai muri solo parzialmente conservati che definivano particolari spazialità e topografie ed inoltre dal paesaggio e delle sue peculiarità. Il progetto presume il recupero conservativo del Castello e una sua utilizzazione per contenuti rappresentativi e centrali della vita collettiva. La stalla anch’essa ristrutturata con rispetto accoglierà gli spazi didattici. Un terzo nuovo edificio conterrà gli alloggi, ponendosi in stretta relazione con il preesistente. Questo nuovo edificio offre l’occasione di ricreare un limite al frutteto e di porre gli alloggi in un contesto di particolare pregio. Inoltre la sua posizione adiacente al Castello disegna uno spazio d’arrivo ed accesso allo stesso. Nella definizione architettonica del nuovo edificio come negli interventi agli edifici esistenti ci siamo lasciati condurre ed aiutare dalla ricca tradizione architettonica della regione. In particolare abbiamo cercato una similitudine con gli edifici vernacolari per il nuovo edificio degli alloggi, al fine di contrapporre al Castello due edifici gerarchicamente ad esso subordinati. L’edifico degli alloggi assimila da una parte la costruzione in pietra che rimanda ai muri esistenti, al concetto di limite e allo zoccolo delle stalle, e dall’altra la tradizione reinterpretata dello “Strickbau” che caratterizza facciate e spazi interni. Il Castello Mattini subirà un intervento di risanamento totale conservativo atto a porlo come elemento centrale dell’insieme. Gli spazi sono recuperati nella loro struttura originale, evitando interventi invasivi. La stalla è conservata nella sua struttura muraria e offre grazie alle sue caratteristiche strutturali l’occasione per inserire le attività scolastiche ed “occupazionali”. Una “scatola” di legno interna si contrappone alla scatola muraria, caratterizzandone la spazialità e risolvendo le problematiche relative alla coibentazione.
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La proposta risulta dalla lettura della situazione attuale in relazione alle sue origini e alle sue potenzialità. La stessa è ora caratterizzata principalmente dal rapporto spaziale e funzionale del Castello Mattini e dell’adiacente stalla, dai muri solo parzialmente conservati che definivano particolari spazialità e topografie ed inoltre dal paesaggio e delle sue peculiarità. Il progetto presume il recupero conservativo del Castello e una sua utilizzazione per contenuti rappresentativi e centrali della vita collettiva. La stalla anch’essa ristrutturata con rispetto accoglierà gli spazi didattici. Un terzo nuovo edificio conterrà gli alloggi, ponendosi in stretta relazione con il preesistente. Questo nuovo edificio offre l’occasione di ricreare un limite al frutteto e di porre gli alloggi in un contesto di particolare pregio. Inoltre la sua posizione adiacente al Castello disegna uno spazio d’arrivo ed accesso allo stesso. Nella definizione architettonica del nuovo edificio come negli interventi agli edifici esistenti ci siamo lasciati condurre ed aiutare dalla ricca tradizione architettonica della regione. In particolare abbiamo cercato una similitudine con gli edifici vernacolari per il nuovo edificio degli alloggi, al fine di contrapporre al Castello due edifici gerarchicamente ad esso subordinati. L’edifico degli alloggi assimila da una parte la costruzione in pietra che rimanda ai muri esistenti, al concetto di limite e allo zoccolo delle stalle, e dall’altra la tradizione reinterpretata dello “Strickbau” che caratterizza facciate e spazi interni. Il Castello Mattini subirà un intervento di risanamento totale conservativo atto a porlo come elemento centrale dell’insieme. Gli spazi sono recuperati nella loro struttura originale, evitando interventi invasivi. La stalla è conservata nella sua struttura muraria e offre grazie alle sue caratteristiche strutturali l’occasione per inserire le attività scolastiche ed “occupazionali”. Una “scatola” di legno interna si contrappone alla scatola muraria, caratterizzandone la spazialità e risolvendo le problematiche relative alla coibentazione.
Stiftung Jugendwohnheim Anderledy
arch. Paesaggista Giorgio Aeberli